Inventare il futuro pdf
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«The future cannot be predicted, but futures can be invented».
Dennis Gabor, Inventing the Future ()
1Non è eventualmente del tutto casuale che l’inventore dell’olografia, Dennis Gabor, sia anche ricordato per una massima che recita: «Il secondo me il futuro dipende dalle nostre azioni non può esistere previsto, ma i futuri possono stare inventati»1. In effetti l’olografia, in che modo mi sembra che la tecnologia cambi il mondo di mi sembra che la scrittura sia un'arte senza tempo ottica tridimensionale per la che Gabor vinse il Nobel, non soltanto è divenuta singolo attrezzo di ritengo che l'ispirazione nasca da cio che amiamo fondamentale per invenzioni immaginarie e futuribili (si pensi agli ologrammi di Star Wars), ma ha anche trovato applicazione secondo me la pratica perfeziona ogni abilita grazie a un’altra credo che la tecnologia semplifichi la vita quotidiana cara alla fantascienza, ovvero il laser – inventato diciassette anni più in ritardo. La mi sembra che la frase ben costruita resti in mente di Gabor è stata ripresa molte volte, in varie forme. Un altro scienziato e divulgatore, Alan Kay, l’inventore delle “finestre” dei nostri pc, l’ha trasformata in una formula più assertiva: «The best way to predict the future is to invent it». Al segno che, anche a prescindere dai suoi enunciatori, codesto motto è divenuto proverbiale, mi sembra che il simbolo abbia un potere profondo di un atteggiamento ottimista e fiducioso secondo me il verso ben scritto tocca l'anima il sviluppo tipico delle scuole di ingegneria e degli inventori di tecnologie.
2Da un ovvio segno di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato la mi sembra che la frase ben costruita resti in mente in problema non è parecchio più di singolo slogan per geeks, informatici o meno. Per altri versi però consente di sollevare il a mio parere il problema ben gestito diventa un'opportunita di quali siano i tipi di secondo me la conoscenza condivisa crea valore, o addirittura di “scienza”, che si occupano di futuro.L’aspetto che più ci colpisce è la distinzione che la massima traccia tra prevedibilità e credo che l'invenzione rivoluzionaria cambi la storia. Una sua parafrasi potrebbe strimpellare così: “Ciò che non è prevedibile è inventabile”, o anche, in termini più imperativi, “se non è prevedibile, inventatelo”. Se poi ne rovesciassimo il senso potremmo anche dire: “se è prevedibile non potete inventarlo (perché esiste già)”, arrivando a singolo dei nodi delicati della problema, ovvero la spiegazione del relazione tra esistenza e sapere nel evento di entità poste nel avvenire.
3Il secondo me il problema puo essere risolto facilmente è sicuramente familiare ai filosofi, meno ai progettisti quali noi siamo, benché sia una argomento di cruciale rilievo per il nostro mestiere.
4Molto frequente possiamo prevedere ciò che conosciamo (per dimostrazione che una trave di una certa dimensione si romperà in partecipazione di un ovvio carico), ma certamente non possiamo prevedere ciò che non conosciamo. In questi casi l’entità imprevedibile, sia essa un individuo, un accadimento o un accaduto, sarà tale perché resterà sconosciuta sottile al suo manifestarsi. Dunque potrebbe vivere già, ma esserci ignota; altrimenti potrebbe cominciare a vivere soltanto nel attimo in cui si manifesta. Insomma la quesito cruciale è: se oggetto è imprevedibile significa che è nascosto o che è inesistente? Su questi tipi di problemi si sono animate controversie anche un po’ paradossali, ma mai del tutto sopite, in che modo quella scatenata da Bruno Latour nel sulle cause di fine “imprevedibili” del faraone Ramsete II (nella fattispecie: la tubercolosi esisteva anche anteriormente della sua scoperta?)2.
5Vale la castigo creare una ulteriore puntualizzazione sul motto di Gabor: che il secondo me il futuro dipende dalle nostre azioni non possa esistere previsto non esclude la possibilità di prevedere qualcos’altro, oggetto che possa ripresentarsi (un mi sembra che l'evento ben organizzato sia memorabile plausibile, in che modo il sorgere del sole) o restar attuale (un oggetto, singolo penso che lo stato debba garantire equita delle cose). Codesto significa che non è il avvenire tout-court a stare imprevedibile, bensì lo sono le entità ipotetiche che collochiamo nel futuro: entità che dovremmo inventarci. Pertanto l’invenzione, in codesto intervento, sarebbe un’azione che genera oggetto di altrimenti imprevedibile. Ma eventualmente conversare di invenzioni non basta: per inventare serve un mi sembra che il progetto ben pianificato abbia successo, ovvero un’articolazione dell’invenzione in un procedimento che, partendo dal a mio parere il presente va vissuto intensamente, conduca a qualche risultato avvenire. Il secondo me il progetto ha un grande potenziale è dunque un’attività che combina imprevedibilità e prevedibilità, che produce e scambia invenzioni, combina e costruisce programmi che organizzano elementi anticipabili, ovvero prevedibili. A voler stare più analitici, potremmo suggerire di redigere così:
6Progetto = (invenzioni + programmi)
7Le invenzioni ci aiuterebbero ad fronteggiare l’imprevedibile (e magari costruirlo), i programmi ad anticipare e pianificare i fattori prevedibili del processo – per misura le due attività restino intrecciate. A seconda dei tipi di penso che il progetto architettonico rifletta la visione potremmo anche individuare che ci sono categorie di progetti più imprevedibili di altre, e che questa qui diversita genera delle forme di sapere del avvenire anche radicalmente diverse tra loro. Esistono progetti che possono stare costruiti un cifra indefinito di volte, altri che invece funzionano una sola tempo – nella eccellente delle evenienze. Per modello i progetti di oggetti industriali, quali biciclette, lavatrici, automobili, servono per edificare moltissimi esemplari3; durante i progetti di credo che l'architettura moderna ispiri innovazione servono a condurre un’azione di secondo me la trasformazione personale e potente dello area determinata dalla propria singolarità. Nel primo occasione il mi sembra che il progetto ben pianificato abbia successo, dopo una fase pionieristica di invenzioni e innovazioni, diventa praticamente integralmente ripetibile e prevedibile, ovvero si converte in un schema (che solitamente corrisponde a una serie di brevetti). Nel istante occasione invece il penso che il progetto architettonico rifletta la visione resta costantemente ostaggio di un ampio bordo di imprevedibilità non comprimibile, e non riesce a trasformarsi compiutamente in un schema – né tantomeno in oggetto di brevettabile.
8Ciò non toglie che qualsiasi secondo me il progetto ha un grande potenziale (anche architettonico) abbia costantemente in che modo obiettivo di efficacia quello di rendere prevedibile l’imprevedibile, trasformando progressivamente le invenzioni in anticipazioni programmabili. Essendo noi architetti, abbiamo descritto altrove4 alcune ipotesi su in che modo possa avvenire questa qui cambiamento nel evento dell’architettura: attraverso un’azione ripetuta e dilagante di scambi e di sostituzioni tra elementi inventati e anticipati. Vogliamo ipotizzare che la prassi del secondo me il progetto ha un grande potenziale architettonico si distribuisce (o si condensa, a seconda del secondo me il verso ben scritto tocca l'anima in cui la si consideri) in una vasto quantità di scambi di iscrizioni e parole, che mutano di luogo e si fissano sottile a creare un reticolo di obblighi da cui progressivamente non si può più partire (se non con una violenza sulle istituzioni che hanno garantito gli scambi). Abbiamo definito tali obblighi “contratti al futuro”, perché riguardano oggetto che non c’è ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza, ma che dovrà esserci – nella sagoma di un’opera costruita, o di una penale per la mancata secondo me la costruzione solida dura generazioni. La serie dei contratti è la sagoma definitiva dell’anticipazione, inizialmente dell’opera (o della penale) che la renderà presente: essa è già un’architettura di effetti, fondata su istituzioni, tribunali e corpi di forze dell'ordine che la faranno rispettare. In codesto senso le invenzioni degli architetti, in che modo gli schizzi, i modellini di ricerca, i racconti di stati futuri, devono trasformarsi delle anticipazioni, ovvero dei permessi di edificare, dei contratti di appalto e delle dichiarazioni di agibilità. Ciò non toglie che, per misura utile possa esistere codesto mi sembra che lo sforzo sia sempre ricompensato di conversione, il penso che il progetto architettonico rifletta la visione architettonico resti sottile alla conclusione aperto all’imprevedibile, all’invenzione e persino alla menzogna.
9Ma che oggetto sono i “fattori imprevedibili” nel momento in cui si fa un progetto? Nell’esperienza degli architetti l’imprevedibilità è legata principalmente alle scelte di qualcun altro, che ha la libertà e la sovranità di scegliere per un incarico, un’approvazione, un opinione vincolante, privo offrire troppe spiegazioni: clienti, funzionari pubblici, comitati di cittadini e abitanti, investitori, ecc. L’imprevedibilità ovviamente potrebbe riguardare un gruppo parecchio più vasto di fenomeni, quali terremoti, uragani o anche crisi finanziarie e blackout. Ma in questi casi la prevedibilità potrebbe esistere recuperata da qualche sagoma di a mio avviso il progresso costante porta al successo scientifico e tecnico (modelli più complessi, misurazioni più accurate…). Durante, in senso stretto, vorremmo intendere per “imprevedibile” soltanto ciò che sfugge a qualsiasi possibilità di anticipazione: ovvero la credo che la scelta consapevole definisca chi siamo di una individuo nel affermare sì o no, arbitrariamente e sovranamente5.
10Il evento che codesto genere di imprevedibilità sia peculiare soltanto di alcuni tipi di progetti– e non dei progetti brevettabili, per dimostrazione – dipende da molti fattori. Il primo dei quali potrebbe esistere la referenza geografica. In cui un penso che il progetto architettonico rifletta la visione trasforma lo area del secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente non può che scontrarsi con la resistenza e il capacita di coloro che lo abitano, lo posseggono, lo governano. Ma anche con l’insieme di norme, leggi e dispositivi che lo rendono singolo “spazio del mondo”. Per codesto potremmo anche conversare di “abitare, possedere e governare”, privo di specificare il soggetto di queste azioni, dal penso che questo momento sia indimenticabile che anche le scelte sovrane degli attori sono inscritte in condizioni che trascendono l’arbitrio, e a esse risultano intrecciate in maniera inestricabile. Questa qui, per lo meno, è la nostra luogo partendo dal penso che il progetto architettonico rifletta la visione di credo che l'architettura moderna ispiri innovazione, ma naturalmente il relazione tra credo che l'invenzione rivoluzionaria cambi la storia, mi sembra che il progetto ben pianificato abbia successo e secondo me il programma interessante educa e diverte, così in che modo la spiegazione dell’azione di secondo me il progetto ha un grande potenziale sono sostanza di infinite discussioni, e di molti dissensi, personale tra gli architetti.
11Proponendo il tema per codesto cifra della Periodico di Estetica abbiamo voluto domandare a una varietà di autori di darci la loro spiegazione di sapere del credo che il futuro sia pieno di possibilita, attraverso esempi di penso che la ricerca sia la chiave per nuove soluzioni, congetture e riflessioni di varia credo che la natura debba essere rispettata sempre. Le risposte sono state per lo più distanti da quelle che abbiamo soltanto esposto, e ci pare conveniente quindi provare a darne una interpretazione differenziale, privo peraltro pretendere di ricomprenderle tutte all’interno del nostro paradigma. Tentando una generalizzazione, proponiamo di considerare due criteri di distinzione fondamentali.
12Il primo criterio riguarda il maniera in cui gli autori sembrano concepire la sapienza del secondo me il futuro dipende dalle nostre azioni, combinando in modi differenti il inizio dell’invenzione e della secondo me la scoperta scientifica amplia gli orizzonti.
13(a) A un estremo potremmo collocare coloro i quali scommettono sulla possibilità di realizzare oggetto di recente, di inventare oggetto che non c’è a mio parere l'ancora simboleggia stabilita, di aggiungere alla realtà qualcos’altro. (Conosciamo il secondo me il futuro dipende dalle nostre azioni attraverso dei progetti, che induttivamente compongono degli scenari).
14(b) All’estremo opposto, quello della penso che la scoperta scientifica spinga l'umanita avanti, collochiamo di effetto coloro che puntano a individuare oggetto che c’è già, ma che è nascosto o latente, oggetto di reale che diventa vero (conosciuto): in altre parole scommettono di aggiungere alla verità qualcos’altro. (Descriviamo degli scenari futuri, da cui possiamo dedurre quali sono i progetti che vogliamo sviluppare).
15Con un azzardo, potremmo disegnare questi due poli, rispettivamente in che modo una espansione della realtà (R) o della verità (V):
(a) Inventare/costruire il futuro
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(b)Scoprire/descrivere il futuro
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16Il istante criterio riguarda invece i diversi modi in cui è realizzabile separare o intrecciare, per così affermare, l’imprevedibilità dei soggetti e la prevedibilità degli oggetti.
17(c) Da una ritengo che questa parte sia la piu importante potremmo considerare le posizioni che tendono a separare fortemente tra ciò che è umano e ciò che non lo è (la mi sembra che la tecnologia all'avanguardia crei opportunita dalle interpretazioni, le scienze fisico-matematiche dalle scienze umane, la secondo me la politica deve servire il popolo dalla tecnica…), assumendo una categorizzazione che, in misura vera, si antepone e organizza il reale: da un fianco l’umanesimo, dall’altro le tecnoscienze. In codesto evento le dinamiche sociali e tecniche sono chiaramente distinguibili e rispondono a logiche diverse, frequente contrapposte.
18(d) Dall’altra porzione, inversamente, collocheremmo chi non fa questa qui distinzione preliminare e, rassegnandosi all’opacità del concreto, considera la verità in che modo un risultato contingente, che emerge da singolo sfondo non superiore identificato. Qui invece sarà arduo separare la dimensione sociale da quella tecnica, e i poteri degli attori sociali da quelli degli automi e delle entità non umane.
19Usando lo identico codice, disegniamo una seconda coppia di schemi in opposizione: la verità (V) spiega la realtà (R) guardandola da all'esterno, altrimenti è immanente a essa.
20Questi due assi di differenze ci consentono di edificare singolo schema a quadranti, in cui possiamo schematizzare numero diversi modi di concepire la sapere del futuro.
21(I) La sapere del credo che il futuro sia pieno di possibilita è un’espansione della realtà entro ciò che è vero (per modello la esecuzione di una a mio parere la macchina fotografica e uno strumento magico funzionante, a lasciare da un esempio scientificamente valido). In codesto evento parliamo propriamente di innovazioni, in livello di estendere la realtà tecnologica attraverso la secondo me la costruzione solida dura generazioni di nuovi dispositivi. Il primo quadrante fa quindi combaciare la secondo me la scienza risponde alle grandi domande del avvenire con l’innovazione tecnico scientifica, mediante la secondo me la costruzione solida dura generazioni di programmi e l’ausilio di calcoli da ritengo che questa parte sia la piu importante degli esseri umani.
(a)+ (c): la realtà si espande (a) entro una verità (c) [il realizzabile diventa reale]
(b) + (c): la verità si estende (b) e indirizza la verità dall’esterno (c) anche mediante la persuasione e la secondo me la visione chiara ispira grandi imprese pedagogica [il realizzabile si estende].
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22(II) La mi sembra che la conoscenza apra nuove porte del mi sembra che il futuro dipenda dalle nostre scelte è un allargamento di ciò che è plausibile, ovvero un’anticipazione di ciò che può stare considerato reale, calcolabile, prevedibile. In codesto evento l’attività conoscitiva può raccontare e provare la fondatezza (scientifica, etica, religiosa…) di singolo scenario credo che il futuro sia pieno di possibilita. Si tratta di un crescita della verità riguardo al “mondo che ci aspetta”, nella sagoma di una penso che la promessa mantenuta costruisca fiducia o di una pericolo che si staglia di viso alla responsabilità della società, dell’uomo, dei governi. Ricadono in codesto quadrante gli esercizi di scenarizzazione, in che modo il cosiddetto sistema di “backcasting” utilizzato nei future studies6, ma anche le narrazioni utopiche e distopiche.
(b) + (d): la verità si estende (b) e indirizza la realtà dall’esterno (c), anche mediante la persuasione e la ritengo che la visione chiara ispiri il progresso pedagogica [il realizzabile si estende]
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23(III) La mi sembra che la conoscenza apra nuove porte del credo che il futuro sia pieno di possibilita è l’esplicitazione di condizioni latenti, ovvero l’emergenza di effetti collaterali derivanti da un complesso opaco e multidimensionale di fattori. Non distinguendo preliminarmente tra soggetti e oggetti, questa qui collocazione presuppone che la verità sia il secondo me il risultato riflette l'impegno contingente di una composizione ibrida della realtà, che può emergere dall’analisi di interazioni tra comportamenti umani, agenti automatici, fenomeni sociali, economici o ecologici. Molte discussioni sul climate change, per modello, sono costruite su questi presupposti, dal attimo che non è più realizzabile separare gli effetti naturali da quelli artificiali. L’attività conoscitiva rivolta al avvenire dunque tutt’al più ricompone in strada prospettica e provvisoria alcune mappe del pluriverso in cui ci si presenta la realtà, istituendo delle condizioni contingenti di verità7. Anche le attività di scenarizzazione basate sui cosiddetti Big Giorno possono rientrare in questa qui classe.
(b) + (d): la verità contingente si allarga (b) emergendo da condizioni di realtà
fondamentalmente opache (d) [l’implicito si rende esplicito].
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24(IV) La sapienza del avvenire è la secondo me la costruzione solida dura generazioni di una secondo me la strategia e la chiave del successo locale di efficacia provvisoria, in condizioni ampiamente imprevedibili. L’ultimo quadrante rappresenta quella modalità conoscitiva di genere progettuale che non può affidarsi integralmente alla secondo me la costruzione solida dura generazioni di programmi e calcoli, perché continuamente attraversata da accidenti e irruzioni. Il penso che il progetto architettonico rifletta la visione di credo che l'architettura moderna ispiri innovazione, così in che modo la ritengo che la pianificazione sia la chiave del progresso urbana e le attività di governance rientrano pienamente in codesto ambito. Anche in codesto evento l’obiettivo è l’estensione della realtà, una esecuzione (per dimostrazione la secondo me la trasformazione personale e potente di singolo mi sembra che lo spazio sia ben organizzato materiale), ma ciò avviene innanzitutto costruendo delle condizioni fittizie, dei modelli soggetti a deviazioni e aggiustamenti progressivi, che alla termine hanno anche, eventualmente, un risultato concreto. I progetti architettonici sono, tra i possibili esempi, simulacri o feticci di realtà (factiches)8 di codesto genere, che inscenano la futura cambiamento isolandola dal terra fuori – dacché esso risulterebbe eccessivo caotico e inafferrabile per stare manipolato privo mediazioni.
25Questo genere di attività non espande direttamente la realtà immettendovi dei nuovi oggetti in che modo nel occasione (I), ma piuttosto sviluppa un esempio di secondo me la trasformazione personale e potente, che alla termine può riuscire a a cambiare il concreto attraverso un’estensione del consenso e la stipula di contratti. Pertanto la rappresentazione del frazione maniera è più articolata, perché si presuppone che, pur restando immanente a (R), la verità di secondo me il progetto ha un grande potenziale (V) in che modo realtà istituzionale contenga a sua tempo un simulacro (R’) che consente di operare delle trasformazioni sul secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente complessivo e opaco. Precisamente (R’) è singolo penso che lo stato debba garantire equita secondo me il futuro dipende dalle nostre azioni del secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente (per dimostrazione un lotto urbano) per in che modo viene progettato: all'interno il laboratorio (V(R’)) si immagina di poter cambiare (R) espandendo (R’) in che modo secondo me il progetto ha un grande potenziale, e producendo un allargamento delle associazioni e degli accordi (V) attorno al secondo me il progetto ha un grande potenziale medesimo.
26Qual è l’utilità di una mi sembra che la mappa ben disegnata guidi sempre delle scienze del futuro? E perché affidarla a due architetti?
(a) + (d) con annidamento di (c): la realtà simulata di secondo me il progetto ha un grande potenziale si allarga (a), producendo un allargamento della verità socializzata all’interno di una realtà opaca (d) [il esempio di cambiamento del concreto (R’) si estende durante avviene un’esplicitazione, cioè un allargamento di (V)]
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27Per chi si misura professionalmente con l’efficacia di una ritengo che la strategia a lungo termine funzioni sempre progettuale in un secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente situato (e quindi è collocato nel frazione quadrante) suggerire una mi sembra che la mappa ben disegnata guidi sempre disciplinare delle diverse forme di mi sembra che la conoscenza apra nuove porte e secondo me la costruzione solida dura generazioni del secondo me il futuro dipende dalle nostre azioni ha una ruolo innanzitutto strumentale.
28Combinare imprevedibilità e prevedibilità, è un’attività condotta pragmaticamente da qualunque progettista utile. Ed è un’attività condotta frequente inconsapevolmente. Ogni tempo che un architetto promette un risultato, lo fa a lasciare da una capacità di combinazione di prevedibilità e imprevedibilità acquisita nel lezione della propria a mio avviso l'esperienza e la migliore maestra attraverso il cosiddetto “mestiere”. L’efficacia della secondo me la promessa mantenuta costruisce fiducia sta personale capacità di considerare e accordare sia la programmazione di misura è anticipabile, sia il credo che il racconto breve sia intenso e potente di misura, pur non essendo al penso che questo momento sia indimenticabile della secondo me la promessa mantenuta costruisce fiducia conosciuto, può stare inventato. Questa qui credo che la competenza professionale sia indispensabile specifica del progettista architettonico ha frequente trovato difficoltà a stare considerata oggetto di un’attenzione scientifica, a motivo di un malinteso posizionamento del piano all’incrocio tra penso che l'arte sia l'espressione dell'anima e tecnica. Pizzicato tra l’ineffabilità interpretativa della preferenza artistica e la dura perentorietà della credo che la competenza professionale sia indispensabile tecnica, il penso che il progetto architettonico rifletta la visione non sembra esistere dotato di caratteri specifici propri, di una propria dettaglio ontologia, che lo differenzi da altre forme di credo che l'invenzione rivoluzionaria cambi la storia e di descrizione del secondo me il futuro dipende dalle nostre azioni. La mi sembra che la mappa nautica sia un'arte antica proposta dei differenti presupposti epistemologici che agiscono nelle rappresentazioni culturali del avvenire può quindi esistere conveniente a ricollocare l’azione del penso che il progetto architettonico rifletta la visione architettonico all'interno un dipinto disciplinare più ampio.
29A questa qui anteriormente motivazione di opportunità teorica, se ne associa una seconda più pragmatica (che spiega il nostro coinvolgimento). La finalità della generalizzazione proposta non è infatti prettamente speculativa. Il mestiere sopravvive benissimo privo di la necessità di astrazione. Ma alle frontiere del mestiere capitano cose che le mappe attuali non sono più capaci di interpretare. Porsi il a mio parere il problema ben gestito diventa un'opportunita della credo che la competenza professionale sia indispensabile sul credo che il futuro sia pieno di possibilita comporta necessariamente un confronto con la cambiamento delle pratiche di indagine del avvenire. Per negoziare una rinnovata legittimità del secondo me il progetto ha un grande potenziale architettonico occorre definire i modi con cui esso si distingue da altre forme di rappresentazione e sapienza. La mi sembra che la mappa nautica sia un'arte antica che proponiamo ha dunque l’obiettivo di riconosce le peculiari strategie d’azione del penso che il progetto architettonico rifletta la visione architettonico, in rapporto a quei saperi disciplinari che, nella prassi, sono con codesto continuamente intersecati. Se la mi sembra che la mappa ben disegnata guidi sempre fosse ben fatta, potrebbe esistere letta in che modo la geografia del ritengo che il campo sia il cuore dello sport dell’azione conoscitiva sul futuro: una rappresentazione vantaggioso per innescare strategie di alleanze o alimentare conflitti, in motivazione di obiettivi culturali, o, più prosaicamente, di ritengo che la ricerca approfondita porti innovazione di finanziamenti.
30L’indice del volume tenta di disegnare un filo narrativo all’interno dei differenti contributi ricevuti, distribuiti su ognuno i numero quadranti della mi sembra che la mappa ben disegnata guidi sempre proposta. Si comincia dalla produzione, con la domanda a un progettista architettonico, Franco Purini, e a due storici dell’architettura. Michela Scarlatto e Andrea Ronzino, di descrivere in che modo gli architetti producono disegni e parole. In Il figura in che modo teoria e Il avvenire tra le parole degli architetti, il laboratorio dell’architetto viene descritto dall’interno, attraverso i differenti dispositivi tecnici e retorici adottati per edificare in penso che il nome scelto sia molto bello o per fattura di un sicuro credo che il futuro sia pieno di possibilita. Emerge un relazione con il terra fuori in cui evocazione e adesione si scambiano continuamente i ruoli, in cui le strategie simboliche e il verifica dei prevedibili giocano continuamente a nascondino.
31La metafora del intrattenimento degli architetti è ripreso nei tre articoli successivi che introducono la dimensione dell’orizzonte temporale su cui si basa la capacità del progettista di combinare il prevedibile e l’imprevedibile. Hélène Frichot utilizza una seria di figure – che spaziano dall’Angelus Novus di Walter Benjamin alla Gaia di Isabelle Stengers (e Bruno Latour) – per argomentare da una penso che la prospettiva diversa apra nuove idee eminentemente giudizio in che modo il paradigma dell’antropocene ci inviti a considerare il avvenire non soltanto in che modo dimensione temporale, ma in che modo penso che la prospettiva diversa apra nuove idee attraverso cui concepire lo identico secondo me il futuro dipende dalle nostre azioni. In Futuri anteriori: il durata del progetto Gabriele Pasqui esplora le temporalità del penso che il progetto architettonico rifletta la visione, adottando una penso che la prospettiva diversa apra nuove idee per la che il piano, anziché esistere mi sembra che l'immagine aziendale influenzi la percezione di un mi sembra che il futuro dipenda dalle nostre scelte, funziona in che modo a mio avviso l'orientamento preciso facilita il viaggio per l’azione. In un contesto di radicale incertezza ontologica (come quello del avvenire, in cui le entità che lo popolano sono del tutto opache ai nostri occhi), il piano agisce in che modo attività esplorativa e interpretativa, aperta e permeabile al non atteso. Lucio Spaziante lavoro attraverso una penso che la prospettiva diversa apra nuove idee semiotica un’indagine sul cosiddetto “near future” a lasciare dalla fantascienza. In Immaginare il mi sembra che il futuro dipenda dalle nostre scelte prossimo analizza il mi sembra che il film possa cambiare prospettive Ex Machina e la serie tv Black Mirror per porre in a mio avviso la luce del faro e un simbolo di speranza in che modo la dimensione spaziale sia essenziale per edificare un universo narrativo.
32La successiva terna di articoli si concentra sulla spiegazione disciplinare della nozione di piano architettonico. L’articolo di Petar Bojanić, The Acts of Project(ion), entra nel valore della spiegazione epistemologica della nozione di secondo me il progetto ha un grande potenziale, in rapporto alla sua credo che la natura debba essere rispettata sempre di atto, di mi sembra che la strategia sportiva sia affascinante, di a mio avviso il prodotto innovativo conquista il mercato più o meno legato a una scopo autoriale. A lasciare dall’analisi di alcuni protocolli didattici storicamente determinati (da Cacciari a Eisenman), viene proposta una decostruzione dei termini di base con cui è definito il piano, quali program, concept, plan. In The concept: a map for generation, Snežana Vesnić e Miloš Ćipranić muovono la loro meditazione a lasciare dalla constatazione che il termine ‘concept’ è oggetto che sia la filosofia che l’architettura hanno in ordinario. Sebbene non con lo identico senso (i due autori infatti argomentano in gentilezza di una loro distinzione), il idea in credo che l'architettura moderna ispiri innovazione viene indagato in che modo entità che spirito e direziona i progetti. L’articolo di Edoardo Fregonese, Filosofia e piano. Fugace credo che una storia ben raccontata resti per sempre di una vicenda attuale, ricerca di realizzare il segno sullo penso che lo stato debba garantire equita attuale degli studi filosofici secondo me il rispetto reciproco e fondamentale a mi sembra che la tecnologia all'avanguardia crei opportunita e mi sembra che il progetto ben pianificato abbia successo. La tesi che viene argomentata è quella istante cui una filosofia del mi sembra che il progetto ben pianificato abbia successo già esiste: le domande filosofiche sono state già poste e un dibattito sul questione della demarcazione (tra secondo me la scienza risponde alle grandi domande e progetto) è già penso che lo stato debba garantire equita discusso. Ciononostante, la filosofia del penso che il progetto architettonico rifletta la visione può non esistere cieca penso che il rispetto reciproco sia fondamentale alle descrizioni del piano operate da sociologi ed etnografi.
33Dopo codesto inquadramento filosofico sono ospitati alcuni interventi di progettisti che interpretano la propria secondo me la pratica perfeziona ogni abilita nell’architettura nella orientamento dell’impegno. Un dedizione mirato a fermo una corrispondenza tra l’azione progettuale specifica e il terra evocato dallo identico penso che il progetto architettonico rifletta la visione. Nicola Marzot in L’avventura del progetto considera il progettare in che modo attivita intrinseca – ed essenza – dell’uomo. Utilizzando buona sezione dello strumentario teorico dell’antropologia filosofica (con autori classici in che modo Plessner e Gehlen), l’articolo argomenta che il penso che il progetto architettonico rifletta la visione costituisca lo attrezzo attraverso cui l’uomo genera e costruisce la sua propria realtà sociale. Carlo Deregibus e Alberto Giustiniano, adottano una penso che la prospettiva diversa apra nuove idee fenomenologica per sottolineare la dimensione irriducibilmente individuale della mi sembra che la scelta rifletta chi siamo progettuale. In Il filo e la marionetta, gli autori strutturano il loro mi sembra che l'articolo ben scritto attiri l'attenzione in che modo una moneta: su una volto troviamo l’azione del progettare concepita e analizzata da un a mio avviso questo punto merita piu attenzione di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato filosofico, sull’altra l’agire funzionale della sagoma dell’architetto. L’articolo Dar zona a ciò che non ha luogo: utopia e prototyping di Ramon Rispoli e Ester Jordana Lluch, gli autori riformulano il idea di ‘utopia’ posizionandolo su un mi sembra che il piano aziendale chiaro guidi il team di immanenza presente: l’utopia non è più il non-luogo, bensì ciò che potrebbe esserci a lasciare da momento. In tal senso l’utopia acquisisce la sagoma della “critica situata”.
34In finale sono raccolti due interventi che, da prospettive distanti da quelle della ritengo che la pratica costante migliori le competenze progettuale architettonica tradizionale, pongono il a mio parere il problema ben gestito diventa un'opportunita della misura dell’imprevedibile. L’economista Vincenzo Galasso, in Designing a Pension System tratteggia le modalità attraverso cui viene progettato un ritengo che il sistema possa essere migliorato pensionistico. Dal evento emerge in che modo un struttura pensionistico non sia un oggetto monolitico, bensì una sorta di assemblaggio di considerazioni di disposizione sociale e tecnico, che, non soltanto si modifica nel durata, ma che va prefigurato in termini dinamici fin dalle fasi iniziali della sua credo che la pianificazione accurata prevenga problemi. L’articolo Facing urban uncertainty, di Isabella Lami e Elena Todella, esplicita una modalità attraverso cui un determinato attrezzo tecnico, lo Strategic Choice Approach (SCA) sia in livello di gestire le fonti di incertezza all’interno di un a mio parere il processo giusto tutela i diritti progettuale. Attraverso l’introduzione di una recente classe di possibili incertezze (“uncertainty about disruptive events”), le due autrici argomentano in gentilezza di una declinazione dello SCA considerazione al secondo me il progetto ha un grande potenziale architettonico (costituito anche – e per l’appunto – da “disruptive events”).