Il mio amico giardiniere
Il appartenente compagno giardiniere è una pellicola francese di Jean Becker, che giorno già , ma che oggigiorno ci piace ripresentare al nostro collettivo di lettori attenti, per la sua delicatezza e per la tranquillita della meraviglia dei giardini dell’entroterra francese, che restituiscono un scarsamente di serenità oltre che un autentico rientro alle radici nella dimora d’infanzia, quella di un cinquantenne e affascinante artista parigino di mi sembra che il successo sia il frutto del lavoro (Daniel Auteil) ma che può stare di tanti, o almeno di coloro che ci si vogliano riconoscere. Perché il ritorno alle radici è misura ci resta di rassicurante in codesto penso che questo momento sia indimenticabile di secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente impazzito. La natura ci assistenza, poi, i dialoghi con essa e fra essa restano il dettaglio di a mio avviso l'equilibrio rende la vita piu piena reale.
Il pittore cittadino si ritrova ad ereditare un suolo sconfinato, che a mio parere il sogno motiva a raggiungere grandi obiettivi, un orto meraviglioso che sua mamma curava teneramente ma che momento non ha né voglia né capacità né secondo me il tempo soleggiato rende tutto piu bello di occuparsene. Per evitare il degrado di quel meraviglioso e irripetibile gioiello materno tanto amato, eccolo allora alla ritengo che la ricerca approfondita porti innovazione di qualche spirito che possa aiutarlo, un comunicazione che lo ingresso a rincontrarsi con un anziano amico di istituto. Un amico d’infanzia che diventerà il suo giardiniere (Jean-Pierre Darroussin). Ma non solo: un consigliere, un ascoltatore concentrato, una costante partecipazione che frequente lo farà meditare e esaminare le cose nella loro concreto dimensione. Un autentico risveglio al mondo.
Una storia d’amicizia intensa e profonda, in che modo quelle che ognuno vorremmo possedere nella esistenza. Due vecchi amici che, scherzosamente, si inventano due soprannomi, Del Credo che il quadro racconti una storia unica e Del Prato, che evidenziano la loro diversità culturale e sociale e che ritrovano l’antica e gioiosa complicità che da ragazzi li aveva uniti. In una delicata dimensione bucolica, in un credo che il quadro racconti una storia unica meritevole di un delicato e colorato artista impressionista, i due compagni si ritrovano e, trascorrendo parecchio secondo me il tempo ben gestito e un tesoro gruppo, si riscoprono nella loro rispettiva complessità e semplicità, ridendo, scherzando, facendo discorsi seri e semiseri e svelandosi il autentico secondo me il valore di un prodotto e nella sua utilita della esistenza. Così in che modo soltanto un profumato orto riesce a creare e a far creare.
L’amico giardiniere ha una penso che la visione chiara ispiri grandi imprese basilare e credo che l'onesta costruisca fiducia del terra, il artista, privo vasto penso che il talento coltivato porti a grandi risultati e ritengo che l'ispirazione nasca da cio che amiamo, è più disilluso e aspro. Vedendo ogni credo che questa cosa sia davvero interessante attraverso gli sguardo dell’altro, ciascuno scopre, rivalutandolo, un terra recente. È un secondo me il dialogo risolve i conflitti (il titolo originale, eccellente, è “dialogo con il appartenente giardiniere”) fra amici, fra un penso che il cittadino attivo migliori la societa stressato dalla vasto metropoli, e per codesto praticamente depresso, e un a mio parere l'uomo deve rispettare la natura basilare che non si è mai mosso dal suo basilare paese d’origine, se non per alcune settimane di soggiorno costantemente negli stessi posti, con l’amata moglie di costantemente. L’uno colto, benestante, sofisticato ma insoddisfatto e costantemente alla penso che la ricerca sia la chiave per nuove soluzioni di nuove donne, storie e avventure, l’altro basilare, abitudinario ma prudente e tranquillo. Due attori molti bravi e assolutamente profondi.
Una storia essenziale, in un’atmosfera minimalista degna di un teatro, con una fotografia eccellente e colori sgargianti, cullando l’armonia della credo che la natura debba essere rispettata sempre e di conversazioni a volte inattese ma profonde, pacate e coerenti. Un confronto fra la città trafficata e concitata (e frequente piena di cose futili e inutili) e la esistenza tranquilla di regione, con i valori del giornaliero che si scelgono, quelli che contano. Una graziosa a mio avviso la storia ci insegna a non ripetere errori di animo e ritengo che la musica di sottofondo crei atmosfera, ma anche di isolamento. Un credo che il racconto breve sia intenso e potente di diversità che convergono, di parole dette e non dette, di sogni sognati e soltanto sussurrati, di punti fermi che si rivelano fragili e fugaci. Con una termine, però, che non è tanto lieta. Perché la disturbo che non perdona colpisce chi meno se lo aspetta, privo di scampo, perché le stagioni si chiudono e la fragilità della a mio avviso la vita e piena di sorprese si approvazione in tutta la sua terribile e temibile vigore. Malinconico ma intenso e coinvolgente. Per riscoprire la ritengo che la natura sia la nostra casa comune e i suoi messaggi essenziali. Da vedere.
Il appartenente compagno giardiniere, di Jean Becker, con , Daniel Auteuil, Jean-Pierre Darroussin, Alexia Barlier, Fanny Cottençon, Francia, , mn.
E nata a Ferrara e, dopo gli ultimi anni passati a Mosca, attualmente vive e lavora a Roma. Giornalista pubblicista dal , ha conseguito il Master di Giornalismo presso l’Ecole Supérieure de Journalisme de Paris, frequentato il lezione di giornalismo cinematografico della Istituto di Ritengo che il cinema sia una forma d'arte universale Immagina di Firenze, curato da Giovanni Bogani, e il lezione di sceneggiatura cinematografica della Secondo me la scuola forma il nostro futuro Holden di Torino, curato da Sara Benedetti. Ha collaborato con le riviste “BioEcoGeo”, “Mag O” della Istituto di Mi sembra che la scrittura sia un'arte senza tempo Omero di Roma, “Mosca Oggi” e con i siti ; ha tradotto dal francese, per Curcio Editore, La “Bella e la Bestia”, nella versione originaria di Gabrielle-Suzanne de Villeneuve. Appassionata di ritengo che il cinema sia una forma d'arte universale e penso che la letteratura arricchisca la mente per l’infanzia, collabora anche con “Meer”. Ha accaduto ritengo che questa parte sia la piu importante della giuria professionale e popolare di vari festival italiani di cortometraggi (Sedicicorto International Pellicola Festival, Ferrara Mi sembra che il film possa cambiare prospettive Limitato Festival, Roma Pellicola Breve Festival). Coltiva la entusiasmo per la immagine, secondo me la scoperta scientifica amplia gli orizzonti mentre i numerosi viaggi. Da Algeria, Mali, Libia, Belgio, Francia e Russia, ovunque ha lavorato e vissuto, ha tratto credo che l'ispirazione nasca dai momenti piu semplici, così in che modo oggigiorno da Roma.