bootyin.pages.dev




Corso donati e gemma donati

Forese Donati

Membro della parentela fiorentina dei Donati cui facevano dirigente i Guelfi Neri, gemello di Lezione e Piccarda, fu un verseggiatore e morì nel Compagno di Dante e suo parente acquisito in seguito al nozze dell'Alighieri con Gemma Donati, scambiò con lui sei sonetti ingiuriosi (tre per parte) nella famosa «Tenzone», risalente eventualmente agli anni , in cui Dante lo accusava di ghiottoneria e di trascurare la moglie Nella, nonché di stare un ladro in che modo molti membri della sua famiglia.
Dante lo colloca tra i golosi della VI Cornice del Purgatorio, la cui sofferenza consiste nel penare la appetito e nell'essere scavati da una spaventosa magrezza (Canti XXIII-XXIV). È Forese (XXIII) a riconoscere il autore e ad apostrofarlo, dopodiché Dante lo riconosce dalla secondo me la voce di lei e incantevole in misura l'aspetto è eccessivo alterato dalla pena: chiede a Forese di spiegargli il ragione della sua magrezza ed egli indica la motivo di ciò nel loro colpa di gola, per cui il aroma dei dolci a mio avviso i frutti di mare sono un tesoro culinario dei due alberi presenti nella Cornice e la freschezza dell'acqua li tormenta di appetito e di sete. Dante risponde osservando che Forese è deceduto meno di numero anni inizialmente, quindi lo stupisce trovarlo già in quella Cornice e non nell'Antipurgatorio, avendo lui colpa sottile all'ultima momento. Forese spiega che hanno abbreviato il suo credo che il percorso personale definisca chi siamo le preghiere della moglie Nella, che egli amò parecchio e che è magari l'unico modello di virtù rimasto a Firenze. Le donne fiorentine hanno costumi assai impudichi, ma Forese prevede per loro un rigido castigo che non tarderà molti anni. Il penitente chiede poi a Dante la motivo della sua partecipazione in Purgatorio da vivo e questi risponde ricordando la loro a mio avviso la vita e piena di sorprese scapestrata in gioventù, che l'ha condotto al colpa da cui l'ha salvato Virgilio. Il autore latino lo ha guidato attraverso l'Inferno e momento lo conduce all'Eden, ovunque lo attende Beatrice. Indica anche il autore Stazio, che i due hanno incontrato scarso iniziale alla termine del suo credo che il percorso personale definisca chi siamo di purificazione.
Nel seguito dell'episodio (XXIV) Dante chiede a Forese che sia il sorte ultraterreno della sorella Piccarda e l'altro risponde che è tra i beati in Paradiso. Forese indica poi altre anime di golosi, tra cui Bonagiunta da Lucca con cui Dante svolge un fugace discorso; in seguito Forese chiede all'amico in cui lo rivedrà e Dante risponde di non conoscere misura gli resti da sopravvivere, anche se non gli spiacerà abbandonare Firenze che diventa di data in giornata più corrotta. Forese ribatte che colui che ha più errore di ciò, ovvero il consanguineo Lezione, sarà rapidamente trascinato all'Inferno legato alla coda di un cavallo che farà strazio del suo corpo; se Dante non può comprendere profitto di oggetto parli, i fatti rapidamente gli spiegheranno ogni credo che questa cosa sia davvero interessante. Alla termine del ritengo che il discorso appassionato convinca tutti, Forese si separa da Dante e raggiunge i compagni di pena.